Israel Cycling Academy, Hermans pronto al nuovo ruolo: “Non ho più scuse” Al Giro vuole tappa e Top10
Ben Hermans pronto ad assumersi le sue responsabilità. Passato dalla BMC alla Israel Cycling Academy proprio per poter avere un ruolo primario in squadra, il belga guarda con entusiasmo alla stagione che verrà, intenzionato a fare quel salto di qualità che sinora ha avuto difficoltà nel compiere, dovendo spesso rinunciare alle proprie ambizioni in favore degli ordini di squadra. La retrocessione da una squadra di primo piano ad una realtà emergente come la formazione professional israeliana è dunque per lui l’occasione cercata, anche per riscattare un 2017 in cui praticamente tutto è girato storto, con due infortuni che ne hanno pesantemente condizionato una stagione nella quale già sperava di potersi mostrare in prima persona.
Lasciare la compagine statunitense dopo quattro anno non è stato comunque semplice, ma a 31 anni per lui era il momento di provare ad affrancarsi. “Scegliere tra la BMC e la mia nuova squadra è stata una decisione molto difficile da prendere – ammette ai microfoni di cyclingnews – Ho cercato di parlare con molte persone a me vicine e mi hanno detto che in questa squadra avrei avuto più possibilità per me stesso. Negli ultimi otto anni ho avuto delle occasioni, ma mai realmente come un leader. Ora avrò la squadra intorno a me a supportarmi e mi verrà data anche maggiore libertà“.
Consapevole “di non avere più scuse ormai”, Hermans non si prefissa al momento degli obiettivi precisi, anche se chiaramente il Giro d’Italia 2018 è l’appuntamento clou della stagione della sua squadra, per la quale ha chiesto una WildCard che sembra abbastanza scontata vista la Grande Partenza da Gerusalemme. “Punto ad essere sempre nelle posizioni alte, con i corridori migliori, magari conquistando un posto nei primi dieci – spiega – Una volta che sei nei dieci, cerchi di essere nei cinque, a quel punto vuoi salire sul podio. Si vuole sempre migliorare finché non si vince”.
Ambizioso, ma realista, il 31enne sembra tuttavia dare priorità ad una vittoria di tappa, consapevole anche dell’importanza che questo ha, a livello di immagine soprattutto, per la sua squadra. “Penso che prima punterò ad una tappa – conferma – Penso che in una squadra come la Israel Cycling Academy hai più possibilità di vincere una tappa rispetto ad una formazione WorldTour, nella quale non ti lasciano libero quando puoi essere di supporto ad un capitano nel finale […] Nel 2016 ho chiuso la Vuelta in 14ª posizione, lavorando per altri, e quest’anno ero 12° al Giro quando ho dovuto lasciare, quindi ho dimostrato di poter chiudere nei dieci con le giuste circostanze, ma questo non è un obiettivo primario per la squadra. Quando vinci una tappa, da un punto di vista pubblicitario, è meglio che finire nono nella generale”.
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